Il mondo della MDD è ben conosciuto al popolo della rete

Il mondo della MDD è ben conosciuto al popolo della rete

Questo è quanto emerge dallo studio realizzato da Web Research sulle opinioni rilasciate liberamente dagli utenti all’interno di social media, blog e forum (sono stati 5.815.342 i pareri raccolti mentre il campione statisticamente rappresentativo realizzato conta 1.356.218 giudizi).

I consumatori riconoscono la natura dei prodotti a MDD: sono a conoscenza del fatto che si tratta di prodotti della distribuzione realizzati da aziende industriali (90% dei pareri intercettati nel web) e sono in grado di ricondurre il prodotto alla catena distributiva anche quando non sono a brand dell’insegna (88% delle dichiarazioni). In generale, emerge un sentiment positivo nei confronti dei prodotti a MDD (96% dei pareri), mentre una parte dei consumatori (19% dei pareri) si esprimono negativamente nei confronti del produttore che vende lo stesso prodotto (o analogo) ad un prezzo maggiore (con il proprio brand).

La riconoscibilità del prodotto a MDD riguarda principalmente il mondo alimentare (86% delle citazioni) e, in particolare, i prodotti più citati appartengono alle linee speciali (bio, ecologiche, solidali, specialità regionali). Il restante 14% si divide tra prodotti per bambini, pet food, cura casa, cura persona, parafarmaco e altro.

Dall’analisi qualitativa dei commenti rilasciati in rete si evince come gli utenti abbiano una visione piuttosto ampia del “bio”: non solo prodotti certificati, ma anche quanto proveniente da allevamenti etici, come le uova di galline allevate a terra, tonno di provenienza tracciata/pescato nel rispetto delle quote CEE e con tecniche ritenute di minor impatto ambientale, etc. I giudizi negativi riferiti al cibo bio a MDD sono quasi inesistenti (2%), così come i dubbi relativi alla certificazione.

 

I consumatori, infine, hanno le idee chiare anche in tema di prezzo: riconoscono la competitività del prodotto a MDD (parlano di un risparmio pari al 30 e il 40% rispetto all’equivalente prodotto di marca industriale) e ne attribuiscono le ragioni al potere di acquisto dell’insegna (81%), assenza di investimenti pubblicitari (78%) e ottimizzazione logistica (64%).



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